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Corrente e luce “adesiva” ed invisibile senza scavi o canalette

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Corrente e luce “adesiva” ed invisibile senza scavi o canalette

Nuova tecnologia negli impianti di sicurezza

Abbiamo fatto visita al “Sicur 2008” di Madrid, la più importante manifestazione fieristica sulla sicurezza della penisola iberica, sull’onda di una notizia che ci ha incuriosito:

è in fase di discussione un progetto pilota di tutela delle opere esposte presso i musei della capitale spagnola dove verrà utilizzato un prodotto brevettato, prodotto e commercializzato da un’azienda italiana. Durante la nostra visita in fiera abbiamo avuto il piacere di incontrare una nostra vecchia conoscenza, Diego De Fecondo. E chi, meglio di lui, ci può parlare di questo prodotto innovativo per le installazioni di sicurezza?

De Fecondo qual è la novità più interessante presentata a Madrid?

corrente invisibile
il nastro conduttore

Una delle più interessanti novità di “Sicur 2008” è un nastro conduttore, brevetto di un’azienda Italiana, che ha attirato l’interesse degli addetti ai lavori, che hanno individuato in questo prodotto una brillante soluzione per risolvere problematiche che si incontrano, sempre, quando si devono effettuare lavori inerenti la sicurezza in edifici storici, musei, palazzi d’epoca e non solo.

Ma di che cosa si tratta?

In modo molto semplice parliamo di un nastro adesivo che funge da supporto a quattro piste di “piattina di rame” con spessore di quattordici centesimi di millimetro cadauna ed una sezione di 0.44 mmq, isolate fra di loro che, grazie al potente adesivo del nastro di supporto, possono essere applicate ovunque sui muri e successivamente ricoperte con della semplicissima tempera o bordure decorative.

Questa non me l’aspettavo, cioè non mi aspettavo che lei, uno dei massimi esperti sulle tecnologie della sicurezza, mi parli di un nastro adesivo come di una grande novità.

Le dirò di più, negli ultimi dieci anni non ho visto novità così significative nel mondo della sicurezza.

Ci spieghi perché.

Nello stand espositivo di questa azienda ho notato l’assalto da parte dei curatori museali per i seguenti evidenti motivi: in primis lo spessore di questo “cavo elettrico”, spessore che va dagli 0,21 agli 0,25 mm., in secondo luogo l’alta adesività di questo nastro, che cipermette di applicarlo direttamente a muro e terzo, ma non meno importante, la totale sagomabilità in ogni tipo di curva o angolo.

Ho capito bene? Meno di un quarto di millimetro?

Ha capito benissimo, ed è per questo che le dico dell’avanguardia di questo prodotto. Infatti, il nastro, grazie all’elevata adesività, può essere installato senza rompere pareti e senza piantare né viti né chiodi né posare canalette di nessun tipo. E le dirò di più, lo hanno capito, prima degli addetti ai lavori, i curatori museali che conoscono perfettamente l’importanza di poter effettuare i lavori sulle pareti interne di palazzi storici senza arrecare danni o senza dover sostenere gli elevati costi di rottura e ristrutturazione dei muri. Questo portentoso conduttore viene facilmente ricoperto da un normale strato di pittura, e svolge semplicemente il suo compito. L’aspetto innovativo del nastro è però la diversificazione delle applicazioni.

De Fecondo, ci spieghi meglio le funzionalità di questo prodotto.

Innanzi tutto diventa la soluzione elementare per tutta una serie di applicazioni per la sicurezza, quali la creazione di barriere perimetrali su porte e finestre non raggiunte da nessuna tubazione elettrica, oppure la diramazione di sensori volumetrici. Si ricorda quando, mesi fa, le dicevo che non basta comprare la Ferrari ma bisogna anche saperla guidare?

Si, mi ricordo, ebbene?

Ebbene anche in questo caso questa affermazione ha un grande valore perché ad esempio, nell’installazione di un impianto di sicurezza, i sensori volumetrici vengono posizionati normalmente in prossimità delle derivazioni elettriche, ma non sempre sono le posizioni ottimali. Lei capisce che il potersi spostarefino al reale punto ottimale senza nulla rompere ed in modo così semplice, consente di sfruttare al meglio le apparecchiature di sicurezza installate, e mi creda non è poco. Oltre a tutto ciò apre altre possibilità di enorme valenza.

Quali?

Parliamo di tutela di opere d’arte. Quando parlo di tutela non mi riferisco soltanto alla difesa contro il furto o l’atto vandalico, ma parlo anche della tutela conservatoria dell’opera. Cosa voglio dire con questo: che per essere messa in mostra l’opera necessita di illuminazione e anche la luce artificiale contiene una parte di radiazione ultravioletta, e tale radiazione è una delle principali responsabili del deterioramento dei pigmenti che compongono i colori dei quadri. Sappiamo che le ultime tecnologie di illuminazione a “led” consentono un’illuminazione “ad hoc” poiché permettono di creare il giusto colore di luce senza la componente ultravioletta. E questo per l’illuminazione diurna. Sempre grazie alle nuove tecnologie inoltre è possibile splittare, a chiusura del museo, l’illuminazione diurna (visibile all’occhio umano) in illuminazione notturna (infrarossa, invisibile all’occhio umano) perfettamente visibile alle telecamere nella banda monocromatica (bianco e nero). Sempre riferendoci alle ultime tecnologie, sappiamo che una delle funzioni ormai normali nei sistemi di registrazione digitale è la funzione denominata “motion detector”. Tale funzione consiste nell’analisi della variazione dei toni di grigio da parte di un sensore della camera. E’ facile capire che, adottando una illuminazione percettibile da queste telecamere, si raggiungono due obiettivi fondamentali per la tutela dell’opera: una come aumento dell’efficacia della sorveglianza, l’altra con fini conservativi.

Ed il nastro cosa c’entra con tutto ciò?

E’ lo strumento per portare dove serve l’alimentazione per questo tipo di illuminazione senza nulla rompere. Anche perché il nastro sembra il complemento ideale per questo tipo di illuminazione e per tutte le apparecchiature alimentate a bassa tensione.

Ma dov’è allora tutta la novità di questo nastro?

La novità è nello spessore e soprattutto nella versatilità delle applicazioni senza la necessità di effettuare opere murarie.

Ci dica cosa intende per versatilità delle applicazioni.

Mi limito a tre esempi. Negli ultimi dieci anni c’è stata una proliferazione di tecnologie finalizzate a bypassare il problema di stesura dei cavi. Una è la tecnologia wireless che si basa su segnali radio, che però presenta problemi dal lato sicurezza, quali l’alimentazione a batterie nei sensori legati all’antiintrusione (che nel tempo hanno anche un impatto di costi elevato), la possibilità di accecare ad arte questi segnali da professionisti (del crimine). L’altra si basa sul notevole sviluppo delle reti lan wireless che comunque presentano potenzialmente problemi di rilevabilità anche dall’esterno esponendole ad attacchi di pirati informatici. Un sistema antiintrusione realizzato a cavo non presenta problemi di alimentazione e ancor meno una rete lan. Ora capisce perché lo ritengo un prodotto di alta tecnologia. E’ veramente il classico “uovo di colombo”: una soluzione semplice e pratica. Parlando però con la titolare del brevetto ho avuto conferma di quanto supponevo, cioè che nonostante l’apparente banalità del prodotto finito le difficoltà da superare per la sua realizzazione sono state elevate. Basti solo pensare che l’isolamento di questo speciale conduttore anzi, mi scusi, chiamiamolo con il suo nome: nastro conduttore, ha superato, in fase di test distruttivo i 4000 (quattromila) Volt di isolamento in aria ed i 2.500 (duemilacinquecento) in acqua. Il raggiungimento di questi valori rapportato agli spessori ed all’alta adesività del supporto ha veramente dell’incredibile.
Secondo esempio.
La normativa antincendio prevede che i sensori per la rilevazione dei fumi siano posti ad una distanza di 50 cm dalle pareti. Capisce che mettere una canalina che stacchi dai muri questi sensori oppure collegarli tramite questo speciale nastro cambia, sia dal punto di vista dell’estetica (valore di per sé già sufficiente) e sia dal punto di vista dei tempi e dei costi di installazione.
Terzo esempio.
Nella realizzazione di impianti domotici sfruttando il sistema a bus , ormai utilizzato sia in campo civile sia industriale, anche tenendo presente che sempre più si ha l’esigenza di limitare l’impatto estetico, è possibile, utilizzando questo speciale conduttore che non sostituisce il cavo tradizionale ma lo integra nelle soluzioni particolari, di limitare gli interventi di rottura od antiestetici al minimo. Tra l’altro mi fa un immenso piacere che questo brevetto appartenga ad una azienda padovana, la Sikra srl, azienda leader nelle forniture di materiali per la sicurezza e che il general manager di Sikra sia una donna che, con lungimiranza e grande capacità di sintesi ha raccolto l’esigenza del mercato e, investendo con grande coraggio, ha saputo creare un prodotto apparentemente banale, ma invece unico e di gran pregio ed al quale auguro la miglior fortuna.

La ringrazio e con l’occasione le rammento, caro De Fecondo, che ci aveva promesso un’intervista atta a chiarire le più recenti strategie dei truffatori, spero che non abbia cambiato parere.

Stia pur tranquillo che non me ne sono scordato. Il problema è il tempo, ma sicuramente lo troveremo ed allora la farò ridere o forse anche piangere. Le farò cioè esempi che le faranno capire come quanto siano disarmate ed abbandonate a se stesse le aziende vittime di una truffa.

Intervista rilasciata al periodico IL MASSIMILIANO Aprile-Giugno 2008

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